lunedì 17 settembre 2012

Quando hanno sentito la voce del sindaco di Vasto: "tutti a ridere".


Da Piazza Rossetti

I 4 sindaci della Città non capoluogo più grandi d'Abruzzo fanno sentire la loro voce



Nel corso di una conferenza stampa hanno rivendicato un ruolo preciso in ambito regionale

Conferenza stampa, questa mattina, nei locali della Regione a Pescara, di 4 sindaci dell'Abruzzo in rivolta contro quella che rischia di diventare l'ennesima mortificazione di un ampio comprensorio che va dalla Marsica, alla Valle Peligna, da Lanciano alla Val di Sangro.
Il decreto Monti sull'accorpamento delle Province in discussione in questo periodo e tema centrale dei lavori del Comitato per le Autonomie Locali, ridotto ad un confronto campanilistico tra Pescara e Chieti, piuttosto che tra l'Aquila e Teramo - denunciano i sindaci delle città comprensorio di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto - quando bisognerebbe lasciarsi alle spalle logiche ottocentesche di ripartizione del territorio e tenere conto delle realtà economico-sociali. Bisogna rilanciare il ruolo degli enti d'ambito così come stabilito anni fa per salvaguardare i servizi sanitari, amministrativi e burocratici che rischiano di scomparire. Istanze che saranno portate al vaglio del Cal mercoledì prossimo, ma soprattutto della Regione, annunciate stamane dal sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio, in rappresentanza dei 37 comuni della Marsica, dal vice sindaco di Sulmona Enea Di Ianni, per la Valle Peligna, dal sindaco di Lanciano Mario Pupillo e da quello di Vasto Luciano Lapenna. "Non é un problema di province - precisano all'unisono - ma di ridistribuzione dei servizi lì dove non é pensabile chiudere ospedali o tribunali, ad esempio, tagliando completamente fuori territori come la Marsica che da sola rappresenta l'80% del Pil della Provincia de l'Aquila, o il vastese cuore pulsante di gran parte delle attività produttive in questa Regione."
I quattro amministratori locali hanno rimarcato lo stato di abbandono in cui versano i loro territori con servizi basilari ridotti sempre più al lumicino: sanità, giustizia, finanze, terziario.
Il loro appello non potrà rimanere inascoltato.
Chi governa questa Regione dovrà prendere atto della loro proposta ed agire di conseguenza. In caso contrario il capitolo Province potrebbe diventare più difficile da risolvere.

Il mio commento:
Se è vero che "bisognerebbe lasciarsi alle spalle logiche ottocentesche di ripartizione del territorio e tenere conto delle realtà economico-sociali", Vasto (come avrebbe voluto Remo Gaspari) dovrebbe cedere gran parte del suo territorio a San Salvo (e forse anche agli altri centri limitrofi).

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