sabato 22 settembre 2012

IdV: Vasto la foto e il dito di Belisario.

                      

Tutti parlano della "foto di Vasto" ma nessun "malizioso" ha evidenziato il "dito" di Felice Belisario. 
Lo faccio io. 
Il dito mostrato dal Capogruppo al Senato dell'Italia dei Valori è il dito medio. Da tempo anche in Italia mostrare il dito medio significa qualcosa di "offensivo". Strano che nessuno dei tanti "autori di satira" abbia osservato bene questa foto. 
Se il buon Felice non sta sistemandosi gli occhiali, a chi starà mostrando il sui dito? 

mercoledì 19 settembre 2012

Ma può il "vicepresidentedelconsigliocomunale" protestare contro "se stesso"?

Da Noi Vastesi

La lamentela è del vice-presidente del Consiglio comunale Luigi  Marcello 
Luigi Marcello
Giustizia Sociale

Dopo le continue lamentele e le pressanti sollecitazioni registrate fino ad oggi sulla penosa situazione dei bagni pubblici, Giustizia Sociale, nella persona del vice-presidente del Consiglio comunale Luigi  Marcello, si è fatta portavoce presso l’Amministrazione comunale ed il sindaco Lapenna in primis di tale emergenza. Nel documento consegnato nella mattinata si parla di “una situazione drammatica in un periodo normale che diventa 
assolutamente inaccettabile in estate quando ai turisti presenti in città dovremmo invece poter offrire sotto questo aspetto ben altro e non condizionare tanti alla benevolenza degli esercenti pubblici. Ci sono stati riportati episodi avvenuti questa estate al limite della decenza umana e che hanno avuto come protagonisti turisti che sono rimasti disgustati ed offesi. Bagni rotti, sporchi, del tutto inutilizzabili, sicuramente non un bel biglietto da visita per una città che si ritiene e si offre come città d’arte, di cultura e turisticamente all’avanguardia.” Nel suo excursus Marcello paventa anche una possibile soluzione al problema, frutto di una meticolosa ricerca e di un’attenta analisi su quanto accaduto anche in altre realtà: “sappiamo che molto dipende sicuramente da noi, incivili e poco rispettosi del bene pubblico; è altrettanto vero però che altre città pari a noi e molto più importanti di noi, in presenza degli stessi problemi, hanno avuto il coraggio di cambiare metodo affidandosi a gestioni esterne che hanno risolto definitivamente e bene il problema. Sono convinto più che mai che non si possa perdere ulteriore tempo sostenendo inoltre spese non indifferenti per le casse comunali in cambio di nulla.

lunedì 17 settembre 2012

Quando hanno sentito la voce del sindaco di Vasto: "tutti a ridere".


Da Piazza Rossetti

I 4 sindaci della Città non capoluogo più grandi d'Abruzzo fanno sentire la loro voce



Nel corso di una conferenza stampa hanno rivendicato un ruolo preciso in ambito regionale

Conferenza stampa, questa mattina, nei locali della Regione a Pescara, di 4 sindaci dell'Abruzzo in rivolta contro quella che rischia di diventare l'ennesima mortificazione di un ampio comprensorio che va dalla Marsica, alla Valle Peligna, da Lanciano alla Val di Sangro.
Il decreto Monti sull'accorpamento delle Province in discussione in questo periodo e tema centrale dei lavori del Comitato per le Autonomie Locali, ridotto ad un confronto campanilistico tra Pescara e Chieti, piuttosto che tra l'Aquila e Teramo - denunciano i sindaci delle città comprensorio di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto - quando bisognerebbe lasciarsi alle spalle logiche ottocentesche di ripartizione del territorio e tenere conto delle realtà economico-sociali. Bisogna rilanciare il ruolo degli enti d'ambito così come stabilito anni fa per salvaguardare i servizi sanitari, amministrativi e burocratici che rischiano di scomparire. Istanze che saranno portate al vaglio del Cal mercoledì prossimo, ma soprattutto della Regione, annunciate stamane dal sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio, in rappresentanza dei 37 comuni della Marsica, dal vice sindaco di Sulmona Enea Di Ianni, per la Valle Peligna, dal sindaco di Lanciano Mario Pupillo e da quello di Vasto Luciano Lapenna. "Non é un problema di province - precisano all'unisono - ma di ridistribuzione dei servizi lì dove non é pensabile chiudere ospedali o tribunali, ad esempio, tagliando completamente fuori territori come la Marsica che da sola rappresenta l'80% del Pil della Provincia de l'Aquila, o il vastese cuore pulsante di gran parte delle attività produttive in questa Regione."
I quattro amministratori locali hanno rimarcato lo stato di abbandono in cui versano i loro territori con servizi basilari ridotti sempre più al lumicino: sanità, giustizia, finanze, terziario.
Il loro appello non potrà rimanere inascoltato.
Chi governa questa Regione dovrà prendere atto della loro proposta ed agire di conseguenza. In caso contrario il capitolo Province potrebbe diventare più difficile da risolvere.

Il mio commento:
Se è vero che "bisognerebbe lasciarsi alle spalle logiche ottocentesche di ripartizione del territorio e tenere conto delle realtà economico-sociali", Vasto (come avrebbe voluto Remo Gaspari) dovrebbe cedere gran parte del suo territorio a San Salvo (e forse anche agli altri centri limitrofi).

venerdì 7 settembre 2012

Ma si "perà" ...


Confesercenti: il Comune consenta ai locali di installare i gazebo riscaldati

Confesercenti: il Comune consenta
ai locali di installare i gazebo riscaldati
Simone Lembo (Confesercenti)
VASTO - Sì ai dehors, "pedane rimovibili da recintare e climatizzare". I locali "devono poter far musica dal vivo all'aperto anche d'inverno, dando perà la possibilità ai gestori di chiudere gli spazi aperti e riscaldarli".
Lo chiede all'amministrazione comunale di Vasto Simone Lembo, direttore della Confesercenti cittadina, secondo cui bisogna consentire di far musica e intrattenimento dal vivo "non solo alla marina, ma anche nel centro storico, dove l'ordinanza comunale della musica live all'aperto è in vigore fino al 30 settembre prossimo. Nel rispetto dei residenti, delle regole e dei decibel, la musica aggrega, fa socializzare e aiuta il commercio. E non dimentichiamo che alle viste ci sono altri due appuntamenti di grande richiamo, la festa nazionale dell'Italia die valori e la ricorrenza patronale di fine mese".

Ma, mi chiedo, se si chiudono gli spazi aperti, non sono più spazi aperti. E se non sono più spazi aperti, non sono pedane recintate ma spazi chiusi. 
Allora .....

martedì 4 settembre 2012

Pulchra. E no! Se sei buono ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre.


Mi accusano di denigrare la città se "segnalo". Poi mi accusano di non segnalare. Insomma! Caro Enrico ...
Fonte Vasto24.it

La differenziata fa flop, direttore Pulchra commenta: “Colpa di chi non segnala le micro-discariche”
Montagne di spazzatura che costeggiano le vie, rifiuti ammonticchiati nelle campagne, la situazione sul fronte della nettezza urbana suscita sdegno e vespai di polemiche. Il dott. Tilli della Pulchra: “Necessario un cambio di abitudini dei vastesi”

Qualcosa è andato storto. I vertiginosi costi sborsati sul fronte della comunicazione non hanno sortito gli effetti sperati. O forse è il sistema messo a punto per la raccolta porta a porta a necessitare ritocchi, non strappando il consenso della cittadinanza.
Fatto sta che la strategia di raccolta differenziata studiata ad hoc per il comune istoniese non riesce a conquistare quella meta tanto agognata: il 65% di materiale riciclabile imposto dall’alto del governo italiano.
Allora si corre ai ripari. Come? Appellandosi ripetutamente al buon senso civico perché si denuncino gli autori delle micro-discariche a cielo aperto, quelle che punteggiano le vie del Comune oggetto delle lamentele inoltrate da lettori e potenziale causa di malanni e infezioni.
Abbiamo vanamente tentato di contattare Enrico Tilli, direttore dell’agenzia pubblico-privata Pulchra preposta al rastrellamento dei rifiuti, per qualche parola in merito, ma questi ha esulato le nostre chiamate, liquidandoci con la promessa di una ventura chiacchierata non ancora collocata temporalmente. Eppure non ha mancato di pronunciarsi sulla questione a mezzo stampa, attraverso cui ha additato di responsabilità per lo stato degradante delle vie tutti i concittadini provvisti di paraocchi ogniqualvolta colgono in fallo vicini e compaesani dediti all’abbandono di rifiuti sul ciglio della strada.
“Serve un cambio di mentalità e un cambio di abitudini”, è la sentenza spiccata dal direttore nel corso di recenti dichiarazioni.
A ben poco sono valse, infatti, le ore di formazione spese dai ragazzi volontari dell’Arci, WWF, Legambiente e Giacche Verdi (su disposizione dell’assessore all’ambiente Anna Suriani), che sono scorazzati per ospedali, supermercati e persino piazzette di quartiere a predicare – come santoni farneticanti – la necessità dell’adozione di una condotta rispettosa dell’ambiente. Il tutto seguito dalle istruzioni cui attenersi per la raccolta differenziata.
Vani anche gli sforzi di formare figure di vigilanti fra i membri della protezione civile attraverso 30 ore di corsi e lezioni.
Chissà che, se amministrazione e agenzie piegassero un nuovo piano alle concrete esigenze dei cittadini e quei vastesi incuranti si sforzassero di andare incontro alle necessità ambientali, la città non si scrolli di dosso la fama di “turismo dei rifiuti” e l’epiteto di “Napoli d’Abruzzo”.

domenica 2 settembre 2012

E fino ad ora che hai fatto?

VASTO «È scandaloso che, dopo anni, non esista ancora una cabina di regia per fronteggiare la carenza d'acqua. Nonostante i proclami e le riunioni, alle quali il sindaco di Vasto non viene invitato a partecipare, l'emergenza idrica resta drammatica». 

Ha tuonato così, nel corso di una conferenza stampa, il sindaco Luciano Lapenna, che ieri ha notificato un'ordinanza al Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale del Vastese e al Coniv, la società che gestisce, quale concessionario del Coasiv, gli impianti e le reti di fognatura, depurazione e acquedotto consortili, ordinanza con cui impone il riutilizzo delle acque reflue per uso industriale, pur in assenza di tutte le necessarie autorizzazioni. Come si ricorderà, il 10 agosto, presso la sede del Coasiv, l'assessore regionale alla Politiche agricole, Mauro Febbo, presentò un sistema di riuso dell'acqua proveniente dal depuratore di Montenero di Bisaccia che, opportunamente trattata, avrebbe dovuto essere rimessa in circolo quale fluido di raffreddamento dei forni della Pilkington, la grande azienda vetraria ubicata nella zona industriale di San Salvo. 

«Da oggi è possibile generare una consistente quota di risorsa idrica aggiuntiva, ovviamente avente qualità e possibilità di uso più ridotte rispetto all'acqua derivata e trattata dal fiume Trigno», ebbe a dire Febbo, precisando che l'intervento avrebbe consentito una dotazione idrica aggiuntiva di circa 70 litri al secondo. Così finora non è stato, perché mancano tutte le necessarie autorizzazioni. 

Ora, con l'ordinanza del sindaco Lapenna, nonostante il no della Provincia di Campobasso, Coasiv e Coniv saranno obbligati a dirottare l'acqua proveniente dall'impianto di Montenero di Bisaccia verso le industrie di Piana Sant'Angelo, la Pilkington in particolare. A supportare l'iniziativa del primo cittadino di Vasto, assunta dopo due incontri svoltisi in Prefettura su richiesta dello stesso sindaco, ci sono i colleghi di San Salvo e Montenero. 

«Il sistema idrico è andato in crisi con la riapertura delle aziende - ha spiegato Lapenna -, l'esaurimento delle scorte a disposizione di Sasi e Coniv, la cattiva gestione dell'acqua proveniente dalla diga di Chiauci. Acqua che, in un momento così difficile, è stata utilizzata, nella misura di 400 litri al secondo, per irrigare i campi quando si rischia l'emergenza sanitaria nelle città. Avevo chiesto agli enti preposti di permettere la captazione di acqua dal Trigno non rispettando il minimo vitale per il fiume, 200 litri al secondo. Non è stato possibile. A questo punto, mi sono assunto tutte le responsabilità e ho firmato l'ordinanza. In caso contrario avrei dovuto far chiudere i rubinetti». 

Ma la carenza idrica non è la sola emergenza. «Abbiamo depuratori concepiti per una città di 27mila abitanti - ha aggiunto Lapenna -, non di ben oltre 40mila. I problemi fognari sono all'ordine del giorno. Altro che Bandiera Blu se scoppiano i depuratori!».

Paola Cerella
pubblicato oggi su "Il Tempo"