Da Semidiceviprima.com
Garofano rosso di Davide D’Alessandro
Abbiamo avuto sempre grande rispetto per le grandi storie politiche, al contrario di chi ha ritenuto di affossarle per dare vita a un ventennio di partiti personali, di partiti senza popolo e senz’anima. Ciò che sta riuscendo a Vasto al Psi (nuovo gruppo in Consiglio con due consiglieri, in attesa dell’arrivo ormai scontato di Sabatini), che non si è presentato alle ultime elezioni comunali con una propria lista e un proprio simbolo, non può riuscire ad Alleanza per Vasto, a Progetto per Vasto, a qualche altra cosa per Vasto, comprese le giustizie più o meno sociali. Può riuscire a chi ha simbolo e storia, soprattutto a ridosso di due elezioni (politiche e regionali) in cui i simboli torneranno ad avere una qualche importanza. È di rilievo il lavoro che sta svolgendo Gabriele Barisano, un lavoro a fari spenti ma efficace, in grado di produrre nuove aspettative intorno a un gruppo divenuto il più importante della maggioranza, dopo quello del Pd. L’ultima mozione, che recava la sua firma come primo proponente, ha avuto il merito di far uscire allo scoperto le tante contraddizioni di una maggioranza che coesa non è, soprattutto sui grandi temi che investono il presente e il futuro amministrativo della città. Ma, di più, ha messo di fronte alle proprie responsabilità un partito, Sel, abituato a porre veti, a tirare freni, a ostacolare ogni progetto volto allo sviluppo e al rilancio di Vasto. Barisano è stato l’unico consigliere di maggioranza, con tipico piglio craxiano, a far intendere alla Suriani che la musica sta per cambiare, che Sel deve finirla di sentirsi padrona di una coalizione, che due consiglieri e un assessore non equivalgono a tre consiglieri, che più di qualcosa va riscritto e presto, non necessariamente in termini di poltrone, ma certamente di progetto. Basta con i niet. È arrivato il momento di dire sì. Alla ripresa, allo sviluppo, anche al mattone, il tanto vituperato mattone, se mattone vuol dire promozione turistica, investimento turistico. Anche Aqualand è stata fatta col mattone, col mattone del bianco fiore. Altra storia archiviata con troppa fretta. Più dentro le procure che con il consenso dei cittadini. Ne stiamo pagando le conseguenze. A cinque stelle.
Non vorrei dare risalto a certi "personaggi" ma un dubbio mi assale. Cosa intendeva tal D'Alessandro quando diceva: Non possiamo guardare alle "tessere" dobbiamo assolutamente guardare alle "idee".
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